Il Boudoir negli ultimi anni è stato utilizzato come mezzo per abbattere barriere culturali, lottare contro le discriminazioni attraverso importanti campagne sociali: l’ambizioso progetto Boudoir Disability che ha avuto molta risonanza sulla carta stampata, in televisione e nel web, Boudoir Therapy rivolto alle donne malate di cancro.
“Come ho accennato all’inizio, mi piace dare voce a tutti, soprattutto alle persone che solitamente vengono emarginate o discriminate per ignoranza, cattiveria ecc.
Il Boudoir che faccio io è una forma di libertà sottile e potente, perché le donne che fotografo sono donne comuni, non modelle, con un corpo imperfetto, senza esperienza di posa e che spesso non si piacciono ma che sono stufe di non amarsi e che vogliono un’occasione per cambiare il proprio rapporto con se stesse.
Non commissionano le foto per il compagno e non sono esibizioniste, lo fanno solo per se stesse: la donna si vuole far fotografare così com’è, con le sue peculiarità e le sue imperfezioni, si autocelebra in modo sano, autentico, libero e lo fa in modo orgoglioso, fiero, spesso dopo aver passato anni a criticarsi, non accettarsi, o a lottare contro malattie gravi. Per questo motivo ho voluto utilizzare proprio la libertà e la forza irriverente del Boudoir per affrontare il tema della disabilità da troppi discriminata.
Boudoir Disability è un progetto sociale che ha cambiato non solo il modo di “vedere” le donne con disabilità ma la fotografia Boudoir stessa. Se prima infatti il Boudoir era una fotografia di nicchia, oggi risulta popolare ovvero per tutti. La Libertà di poter essere se stesse in modo autentico senza sottostare ai clichè imposti dalla società, per una volta ha prevalso. Tanti passi bisogna ancora fare affinchè questa libertà sia veramente acquisita ma qualcosa sta cambiando.
Il Boudoir ha insito la libertà, l’essere autentici con orgoglio e fierezza, almeno il Boudoir che intendo io, cosi ho voluto rappresentare le donne con disabilità nella loro piena bellezza, esattamente come il resto delle donne senza disabilità.
E sono felice che un brand famoso e di lusso come Christies abbia deciso di partecipare offrendo i capi alle donne di Boudoir Disability.
La forza di Boudoir Disability è il messaggio urlato (la foto è uno schiaffo fatto di provocazione e dolcezza contro la nostra società che pensa che le donne disabili debbano coprirsi e non avere vita sessuale) : “sono sexy cosi come sono, anche con protesi, cicatrici, anche se sono immobilizzata in un letto e sono alta solo 1 metro, ma mi piaccio, non mi nascondo, anzi te lo faccio vedere utilizzando l’unica cosa che oggi conta nella nostra società: l’immagine e il corpo! “ Micaela Zuliani, fotografa di Fotografia Boudoir Italia e del marchio Portrait de Femme/Scuola di Boudoir.
Con Boudoir Therapy l’obiettivo è spostare il racconto della malattia, dal dramma alla bellezza della vita. Un servizio di trucco e servizio fotografico gratuito a tutte quelle donne che stanno portando avanti la loro battaglia piu’ grande, quella contro il tumore.
“Voglio parlare di donne, di speranza, di gioia, di vita spostando l’attenzione dalla cicatrice alla donna stessa, raccontando i suoi occhi, il suo viso, il suo corpo, valorizzandoli”. Micaela Zuliani, fotografa di Fotografia Boudoir Italia e del marchio Portrait de Femme collabora ufficialmente con la LILT Bologna, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.